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16/09/2021
10:48
Bologna, Italia
16/09/2021
10:48

L’Ombelico di Venere

Tortellini ombelico venere

Se un giorno, in futuro, dovessi inventare una storiella su Bologna, da raccontare ai miei nipoti, so perfettamente chi sarebbero il re e la regina. Lei, senza dubbio, una bellissima donna vestita di rosa di nome Mortadella. Lui, invece, forte e robusto si chiamerebbe “Tortellino”.

Dato che non sono ancora giunta allo script definitivo e l’arrivo dei nipotini sembra molto lontano, colgo l’occasione per raccontare la storia dell’altro tortellino: non un re, ma la piccola pasta all’uovo ripiena, uno dei più grandi simboli di Bologna.

L’origine dei tortellini non è completamente chiara. Esistono, per esempio, controversie sul loro luogo di nascita, se Modena o Bologna. Per quanto riguarda la data, non si sa con precisione, ma si dice che la prima attestazione di una simile pietanza (un piatto di “tortellorum”, servito a Natale), risalga al dodicesimo secolo.

A parte le note storiche, uno dei documenti più interessanti sui tortellini è un poema pubblicato alla fine del diciannovesimo secolo, in cui il poeta Giuseppe Ceri (1839-1925), inspirandosi ad un’opera del modenese Alessandro Tassoni, intitolata la “Secchia rapita” (poema che narra la storia del conflitto tra Modena e Bologna, in cui i personaggi storici della regione e gli dei dell’Olimpo si scontrano in battaglia), racconta il passaggio in Emilia Romagna di tre divinità olimpiche: Baco, Marte e Venere.

I tre, venuti per aiutare Modena in una nuova guerra contro Bologna, si fermano a dormire in una locanda sita in un paesino a metà strada, Castelfranco Emilia. Durante la notte, il proprietario del posto riesce a vedere furtivamente Venere nuda e se ne innamora. Con l’immagine del suo ombelico impressa nella mente, prova a riprodurlo con la sfoglia di pasta all’uovo che stava preparando in cucina. Così, crea i tortellini.

Fino ad oggi, a Bologna, il tortellino è conosciuto come l’ombelico di Venere. Leggende a parte, è indiscutibile che oltre ad essere uno dei protagonisti della storia della città, sia un vero e proprio cibo degli deli.